Location | Roma
Date | 2015-2017
Client | Chef Bowerman & Fabio Spada
Design | Andrea Lupacchini
Romeo Chef & Baker è il progetto ideato da chef Bowerman e Fabio Spada che si pone all’interno del panorama del food romano come proposta innovativa ma fortemente inclusiva. L’obiettivo imprenditoriale, infatti, è di avvicinare pop-food e alta ristorazione raccontando la cucina stellata di Cristina Bowerman tramite proposte versatili e su misura rispetto a target, fascia oraria e selezione food & beverage.
Lo spazio che ospita il progetto è un’architettura unica del suo genere: un bunker anti-aereo di proporzioni giganti e con sviluppo ramificato alle pendici del colle Aventino e situato alla base della Collina degli Aranci. La location ospita più identità gastronomiche che si snodano digradando l’una nell’altra senza perdere la singola identità: Romeo, Giulietta e Frigo.
Romeo, il trait-d’union del progetto, presenta interiors estremamente espressivi: superfici organiche sospese a soffitto, sfoglie texturizzate con configurazioni variabili, volumi in solid surface a rivestire le pareti di ingresso. Elementi con finiture materiche e configurazioni sempre inedite accompagnano la tridimensionalità dello spazio con sezione a galleria e superfici in mattoni a vista. Gli impianti dichiarati creano flussi ramificati attraverso i quali si sviluppano gli spazi, così come le sedute lineari, i banchi sommelier e il banco lungo 25 metri lineari in ferro crudo determinano le percorrenze dei Clienti. In questo progetto vengono esaltati i materiali e le finiture in un mix in linea con il brand di Romeo: gli elementi in legno, solid surface, vetro e ferro crudo esprimono i concetti di monoliticità e vigore , le superfici tessili leggere in lycra così come gli elementi in pelle, invece, raccontano un’idea di morbidezza e accoglienza perfetta per il mondo food.
La Devoto Design ha realizzato gli interiors gestendo la commistione di materiali, finiture e geometrie pensate proprio per Romeo dall’architetto Andrea Lupacchini.
Photo credit: Nicolò Sardo,courtesy of Andrea Lupacchini